Un debutto all’insegna dell’etica. Settembre è il vero inizio dell’anno, e la ripresa nel segno del rispetto è un valore aggiunto. Nella presentazione del primo appuntamento dell’orchestra La Verdi, che avrà luogo il giorno 11 settembre (e come di consueto non nell’auditorium di Largo Mahler, ma alla Scala), il solista di quest’anno, il pianista Luca Buratto, riferendosi al Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di S. Rachmaninov, spiega: “Il ruolo dell’interprete deve essere sempre rivolto, a mio modo di vedere, alla restituzione di una certa purezza e rispetto del lascito del compositore, e Rachmaninov, in questo senso, è uno degli autori che più mi stimolano proprio per il fatto di essere stato fatto oggetto di tradizioni, malcostumi (se mi è lecito!) persino dai più grandi interpreti del pianoforte”. Una dichiarazione di intenti che dovrebbe servire non solo ai musicisti, ma a tutti: una ripresa dell’anno all’insegna del rispetto e della correttezza, meno trollismo sui social e più aderenza ai fatti. Nessuna condivisione di elementi non verificati, di affermazioni offensive. La musica serve anche a questo: è un piacere che non si dà a buon mercato, non è possibile senza lo studio assiduo di chi ce la propone. Chi seguirà La Verdi in quest’appuntamento, sentirà Vocalise di Rachmaninov nella versione orchestrale. Per chi ama il violino, in fondo il ruolo della voce sarà affidata ai primi violini e quindi è quasi una versione per violino (anzi violini) e orchestra.
E a questa farà seguito il secondo concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov, dove appunto il solista sarà Luca Buratto. Un giovane italiano di belle speranze, Honens Prize Laureate 2015 dell’Honens International Piano Competition (Calgary – Canada). Anche questa è una caratteristica della Verdi: il concerto d’inizio vede spesso la presenza di un interprete giovane. Ha scritto Hannah Arendt in Vita Activa: “Il miracolo che preserva il mondo, la sfera delle faccende umane, dalla sua normale, “naturale” rovina è in definitiva il fatto della natalità, in cui è ontologicamente radicata la facoltà di agire. È, in altre parole, la nascita di nuovi uomini e il nuovo inizio, l’azione di cui essi sono capaci in virtù dell’esser nati”. Ciò che salverà la musica classica (per quanto quest’espressione voglia dire) sarà in fondo la capacità di aprirsi ai talenti di giovani musicisti. L’orchestra guidata da Zhang Xian si esibirà poi nella quinta sinfonia di Dmitrij Šostakovič. E qui occorre guardare al discorso iniziale. La musica è una cosa seria. Alla quinta sinfonia Šostakovič affidò il compito di salvargli la vita, visto che si trattava di tornare nelle grazie di Stalin. La missione riuscì. Ed ecco un percorso per seguire questo concerto: impegno etico e speranza.
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